
CHIAVE DI VOLTA
mostra di Giuseppe CUCCIO
a cura di Georgiana Ionescu
CHIAVE DI VOLTA, Mostra dell’artista Giuseppe Cuccio, promossa da ICAS – Intergruppo parlamentare Cultura, Arte e Sport, con gli auspici della Presidenza della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, organizzata da ArtSharing e Cornelia Bujin, con il patrocinio delle Fondazioni ”Ludovico degli Uberti” e “Taormina Arte” e la curatela di Georgiana Ionescu arriva, a Roma, nella Sala del Cenacolo, la Sagrestia e la Chiesa di San Gregorio Nazianzeno del Complesso di Palazzo Valdina.
Accogliere l’arte scultorea e i disegni di Giuseppe Cuccio nel Complesso di Palazzo Valdina significa impreziosire lo splendido Convento con il suo chiostro antico e l’antichissima chiesa bizantina di San Gregorio Nazianzeno.
Lo stile dell’artista è ancestrale ed evocativo. Il suo linguaggio è spirituale e sincretico. Si rimane in sacra e silente osservazione dinanzi ai suoi personaggi. Angeli senza ali, ma con il carisma del sacro. Donne in estasi come madonne quotidiane. Il suo segno forte in movimento e il suo nero schematizzano movimenti e gesti di forme simboliche.
Chiave di volta è il tema che unisce tutto. Il luogo, l’architettura degli archi e il suo genius loci, Martia de Palosiis, come recita l’epigrafe a sentinella del chiostro, che la badessa delle suore benedettine fece realizzare nel 1520. E da allora veglia dall’alto sul suo convento. Un genius loci che riprenderà vita dalla terra nell’azione d’arte di Cuccio – in diretta sul sito della Camera – il giorno dell’inaugurazione, come il golem di Meyrink e la tradizione della kabala.
Imperdibile.
On. Federico Mollicone
Presidente VII Commissione cultura, scienza e istruzione
Fondatore ICAS
L’artista Giuseppe Cuccio, la cui formazione espressiva deve molto al modello Brancusiano, nel percorso espositivo contestualizzato nel Complesso di Vicolo Valdina, ci pone davanti a figure e volti che si rivelano a noi in una staticità misteriosa ed emozionante.
CHIAVE DI VOLTA è l’espressione artistica che presenta a noi un percorso lungo e sedimentato in cui Cuccio utilizza tecniche molteplici nel trattamento tanto dei materiali, quanto delle superfici, proponendoci un viaggio tra figura e disegno. Una presentazione di studi realizzati a carboncino su carta, accompagnati da alcune opere scultoree, sintesi di una carriera trentennale: “Chiave di volta” che segna il passaggio verso una nuova fase artistica, introspettiva e, allo stesso tempo, retrospettiva.
Qui Giuseppe Cuccio si racconta attraverso alcuni disegni inediti che solo ora ha deciso di condividere. Dopo oltre vent’anni di attività artistica, ritrova il Sacro, quel Sacro che non ha mai abbandonato e la cui testimonianza sono le opere scultoree degli Arcangeli Michele e Uriele.
L’artista plasma la materia – argilla e bronzo – secondo quel gioco sapiente di chiari e scuri funzionale nell’estrinsecare quel senso di ineffabile mistero che permea le sue opere, coinvolgendoci così in brevi, ma, al tempo stesso, intense narrazioni. Pur avendo un approccio architettonico e, quindi, seguendo un metodo che inizia dallo strumento grafico, i disegni di Cuccio non sempre sono studi per le sue opere scultoree.
Come scultore, l’artista lavora per sottrazione, ma aggiunge anima, quasi a indicare il carattere dei soggetti stessi. Lo fa, con uno stile figurativo arcaico, le cui radici affondano nella bellezza espressiva della Magna Grecia.
Frammenti geometrici, “accenni di corpo”, armonie plastiche dalla dimensione spaziale sono tutti elementi che concorrono a rendere l’opera dell’artista ricca di elementi espressivi unici e coinvolgenti in cui rileggere il pensiero crociano di “forma e contenuto” che si attualizza in un nuovo messaggio di bellezza compositiva.
Con “Chiave di volta” Cuccio segna il passaggio verso una nuova età della sua arte, affermando non solo le sue tecniche ma riuscendo a catturare il genius loci della sua terra. La sua narrazione sia essa scultorea o grafica narra quell’immagine e quelle forme le cui radici sono le radici di una identità storica europea che non ha confini, ma interpreta e rende oggettiva la riflessione interiore quanto la dimensione temporale, l’afflato dell’anima e la ragione stessa dell’essere nel mondo nello scorrere delle stagioni.
Georgiana Ionescu
La Mostra è aperta al pubblico dal 12 al 21 luglio, dal lunedì al venerdì, dalle 11 alle 19, al Complesso di Palazzo Valdina, a Piazza Campo Marzio 42, alla Sala del Cenacolo, la Sagrestia e la Chiesa di San Gregorio Nazianzeno.
Per informazioni, +39 347 174 1698 (Georgiana Ionescu)